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domenica 16 settembre 2012

Colle Gran San Bernardo e i misteriosi passaggi


Mi piacerebbe attirare la vostra attenzione su un nuovo filone di storie curiose e misteriose, senza voler certamente sminuire l'interesse per i grandi personaggi del giallo e loro ambientazioni, ma solo raccontare di città, luoghi in cui sono accadute strane storie. A dare inizio a questo percorso e' 
l' incantevole e magico Colle del Gran San Bernardo in Valle d' Aosta.





Salire al Gran San Bernardo, oggi, può costituire un'esperienza densa di stimoli e di piacevolezze.
 A 2.472m di altitudine sembra di dominare il mondo, visuale spettacolare i confini tra l'Italia e la Svizzera si fondono formando un caleidoscopio di emozioni e suggestioni affollato di personaggi dalle piu' disparate caratteristiche.  Tra le personalità storiche e degne di nota e' da segnalare il passaggio di Annibale sulle Alpi (218 a.C.), quello di Carlo Magno che utilizzo' il Mont Joux  per spostarsi tra Italia e Francia. Tuttavia una storia più inquietante fu quella di Enrico IV con la sua scorta che in pieno inverno, gennaio del 1077 , attraverso'  il valico diretto a Canossa e si narra che in quel viaggio molti persero la vita precipitando rovinosamente nel vuoto. Il più' famoso passaggio della storia fu quello di Napoleone nel maggio 1800, seguirono in epoche a noi più recenti le visite di Margherita di Savoia, Maria Jose' e dello scrittore americano Halliburton che nel '35 raggiunse a dorso di elefante il Gran San Bernardo dimostrando che l'itinerario di Annibale non era impossibile. Non meno interessante e misterioso e' stato il passaggio del canonico Bernardo Laurent Murith, studioso di archeologia a cui va il merito delle campagne di scavo al Plan de Jupiter a fine settecento. A meta' 1800 a Saint Rhemy en Bosses comune sul versante valdostano del colle del Gran San Bernardo, il signor Joseph Samuel Farinet
detto "falsario buono" e' al centro di una strana storia, comincia a spacciare monete false per riscattare i debiti del padre, e in seguito decide di farlo per tutti i cittadini poveri della zona. Viene condannato all'ergastolo ed è allora che decide di fuggire nel Vallese facendo ritorno di quando in quando in Valle d’Aosta per vedere l’amata Adéla e la figlia illegittima Marie-Célestine. Nascosto fra le valli di Bagne e Entremont, a monte di Martigny, sostenuto dalla popolazione locale, eserciterà per anni la sua arte, realizzando monete definite “più vere delle vere”. Più volte arrestato, riesce sempre ad evadere. Il 17 aprile 1880, a soli 35 anni, dopo una lunga caccia all’uomo, Farinet muore tragicamente nelle gole del Salentze, tra Saillon e Leytron, non si sa se colpito da una pallottola o precipitato nel burrone. Verrà sepolto senza sacramenti nella fossa comune di Saillon. La sua fama è dovuta soprattutto al romanzo che Charles-Ferdinand Ramuz scrisse su di lui e al film “L’or dans la montagne” ispirato allo stesso libro. Romanzo e film hanno fatto di Samuel Farinet una sorta di Robin Hood delle Alpi, un fuorilegge dal cuore d’oro, un eroe romantico in lotta contro il sistema, figura in realtà piuttosto distante dalla verità storica.
In occasione del centenario della morte, un gruppo di ammiratori ha fondato la Bande à Farinet, associazione che ha organizzato diverse iniziative in suo ricordo. La più nota è la creazione della Vigne à Farinet, la più piccola vigna del mondo, nella quale hanno lavorato simbolicamente illustri personaggi.
Luigi Einaudi (primo presidente della Repubblica italiana) attraversa la Fenetre Durand nel 1943 per sfuggire alla cattura dei fascisti e a By( altra incantevole località ) 
incontra, Paul Alphonse Farinet deputato nel 1948 famoso per la progettazione del traforo del Monte Bianco.
Ma e' forse l'ospizio fondato nell' XI secolo dalla comunità religiosa istituita da San Bernardo, il luogo di "accoglienza" più simbolico. In principio l'ospizio non fu altro che un piccolo rifugio e riusciva appena a riparare gli ospiti cui era destinato. Poco a poco, nel corso dei secoli, l'edificio si e' ingrandito. L'Abate Bernardo vi fece costruire un ospizio e una chiesa che intitolò a San Nicolò, patrono dei viaggiatori. I servizi resi da questa casa di ospitalità fondata da San Bernardo attirarono subito l'attenzione ed il favore dei Papi, dei principi e dei fedeli. Insieme a San Bernardo sul colle si insediarono una comunità di canonici agostiniani e il mitico cane San Bernardo allevato, fin dal X secolo. Razza nota per la sua taglia imponente e per le eccezionali doti di intelligenza e mitezza, il cane San Bernardo è un diretto discendente del molosso romano e inizialmente scelto dai monaci perché con il suo peso e le sue zampe larghe era adatto a tracciare sentieri sulla neve, come una sorta di "spartineve" animale. I cani vennero in seguito addestrati per il trasporto e il soccorso e divennero famosi per il recupero di malcapitati viandanti perduti, congelati o sepolti dalla neve nel tentativo di attraversare il valico. Da ricordare tra tutte una triste storia, Barry il mitico cane dell’ospizio, autore di innumerevoli salvataggi, ferito gravemente da colui al quale aveva prestato soccorso che confuse per un orso. 
Chissà quante impronte lasciate e quante ancora l'uomo lascerà sulla neve in cima al "Grande" nell'illusione forse, di fare traccia indelebile di se.

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